Condividi:

Un grave episodio di violenza ha scosso ancora una volta la Casa Circondariale “Cantiello e Gaeta” di Alessandria. Nel tardo pomeriggio di lunedì 7 luglio 2025, un agente della Polizia Penitenziaria è stato aggredito da un detenuto con un secchio d’acqua bollente, riportando ustioni gravi alle gambe.

Secondo quanto riferito dal sindacato OSAPP, il detenuto – ristretto nella sezione 3B per reati comuni – avrebbe improvvisamente reagito con violenza dopo aver sostenuto, senza alcun fondamento, di dover essere scarcerato per fine pena. Al culmine del diverbio, ha lanciato contro l’agente un contenitore colmo di acqua bollente.

Il poliziotto è stato immediatamente soccorso e trasportato all’Ospedale di Alessandria, dove è rimasto ricoverato con bendaggi compressivi. È stato dimesso il giorno successivo, martedì 8 luglio, con una prognosi di 15 giorni, salvo complicazioni, e dovrà sottoporsi a valutazione chirurgica da parte di uno specialista in chirurgia plastica.

A denunciare la gravità dell’aggressione è il segretario generale dell’OSAPP, Leo Beneduci, che parla di “ennesimo episodio di feroce violenza” all’interno di un sistema penitenziario ormai al limite del collasso. Secondo il sindacato, il problema non si limita a sovraffollamento e suicidi, ma affonda le radici in fenomeni ancora più gravi come traffico di droga e farmaci, disagio psichico diffuso e carenze strutturali e organizzative.

«Le carceri italiane sono diventate un concentrato di sopraffazione e degrado umano – afferma Beneduci –. Il mercato interno di stupefacenti, alimentato anche da farmaci somministrati legalmente, è ormai fuori controllo». Il segretario denuncia anche la presenza di cellulari illeciti, influenze criminali nei circuiti ad Alta Sicurezza e una gestione dell’amministrazione penitenziaria inadeguata e improvvisata.

Il sindacato lancia un appello urgente al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, chiedendo che la situazione venga riconosciuta come emergenza nazionale. Le carenze di organico e la mancanza di formazione stanno infatti portando molti agenti a dimettersi dal Corpo, con situazioni di difficoltà segnalate in numerosi istituti, da Sanremo a Torino.

Un’altra vicenda che riaccende i riflettori sul drammatico stato delle carceri italiane e sulla necessità di interventi urgenti e strutturali per tutelare sia il personale che la sicurezza collettiva.

Tutti gli articoli