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L’ondata di calore che sta investendo il territorio sta mettendo a dura prova anche il sistema sanitario pubblico, dove reparti e ambulatori raggiungono temperature superiori ai 30 gradi, spesso in assenza di impianti di climatizzazione o ventilazione adeguati.

A lanciare l’allarme è la Fp Cgil, che denuncia condizioni di lavoro insostenibili per il personale e rischi concreti per la salute dei pazienti. L’appello è rivolto alle direzioni dell’Azienda Ospedaliera Universitaria e dell’Asl affinché si intervenga con urgenza.

Le fasce più colpite sono le più fragili: anziani, malati cronici, bambini e persone socialmente svantaggiate. Crescono anche gli accessi ai Pronto Soccorso per malori legati al caldo e i cosiddetti “ricoveri sociali”, con individui senza fissa dimora che cercano ristoro negli ospedali.

Gravi disagi sono segnalati anche tra operatori sanitari e amministrativi, costretti a lavorare in condizioni ambientali che violano il D.Lgs. 81/2008 sulla sicurezza sul lavoro. Il sindacato parla di disidratazione, turni insostenibili e aumento del rischio clinico.

«Quando il termometro supera i 30 gradi anche in corsia – si legge nella nota – la sanità pubblica smette di essere un diritto e diventa una roulette russa. A pagarne le conseguenze sono sempre i lavoratori e i pazienti».

La Fp Cgil chiede interventi strutturali e pianificati per affrontare in modo duraturo l’emergenza caldo, sottolineando che il rispetto della dignità lavorativa è fondamentale per garantire cure sicure e di qualità.

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