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Un nuovo episodio di violenza in carcere si è verificato ieri sera presso la Casa Circondariale San Michele, dove un agente della Polizia Penitenziaria ha riportato una ferita alla mano, con una prognosi di 15 giorni. Secondo quanto riferito dal Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (SAPPE), l’aggressione sarebbe scaturita dal rifiuto di una richiesta di tabacco da parte di un detenuto, che avrebbe spinto con forza un cancello, causando la lesione al polso dell’agente.

La denuncia del SAPPE: inefficienza del sistema e necessità di tutela
Vicente Santilli, segretario regionale del SAPPE, ha duramente criticato l’accaduto, definendo la reazione del detenuto "folle e assurda", e sottolineando come l’agente sia stato ferito "la cui unica colpa era quella di essere in servizio". Santilli ha puntato il dito contro le condizioni di lavoro degli agenti, descritti come "eroi silenziosi" che "continuano a pagare le conseguenze di un sistema carcerario inefficiente, mentre l’attenzione pubblica è concentrata su celle, ventilatori e affettività".

Il sindacalista ha sollecitato maggiori investimenti e strumenti tecnologici, insieme a un ripensamento della gestione dei detenuti psichiatrici, con un appello esplicito alla riapertura, in forma rinnovata, degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari (OPG). Ha affermato che "le strutture devono essere ripristinate per gestire una tipologia di detenuti che non può essere affidata agli istituti penitenziari ordinari".

Richieste di strumenti non letali e potenziamento degli organici
Donato Capece, segretario generale del SAPPE, è intervenuto sulla vicenda definendo il comportamento del detenuto "irresponsabile e gravissimo", auspicando una punizione esemplare. Capece ha ribadito al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (DAP) la necessità di potenziare gli organici, fornendo un quadro della popolazione carceraria che evidenzia come il 30% sia in attesa di giudizio, un altro 30% sia composto da detenuti extracomunitari e il 20% sia tossicodipendente.

Il sindacato ha reiterated la richiesta di dotare gli agenti di strumenti di difesa non letali, come i "flash ball" (fucili che sparano proiettili di gomma) e i "bola wrap" (dispositivi che bloccano le gambe dei soggetti aggressivi), già in uso in Francia e in alcune città italiane.

"Serve una presenza forte dello Stato," ha concluso Capece, "con provvedimenti urgenti e concreti per tutelare chi lavora ogni giorno in condizioni di rischio."

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